Oggi ho intervistato per te uno dei più stimati e apprezzati web-copywriter italiani: Valerio Conti.
Ho il piacere di conoscere Valerio da qualche anno e posso garantirti che è veramente bravo nel suo lavoro. Pensa che in rete lo chiamano “l’artigiano dell’Internet Marketing”, proprio perché è famoso per aver creato alcune delle campagne promozionali di maggior successo della storia dell’Information-Marketing italiano.
- Ma Valerio non smette mai di stupirmi ed oggi lo scopro – anzi, lo scopriamo – in una versione inedita da esperto di crescita personale, raccontarci con dovizia di particolari, perché non dobbiamo avere alcuna paura del fallimento.
Allora forza, leggiamo insieme l’intervista a Valerio Conti. Ma ti avverto: romperà i tuoi schemi…
D. Che cosa è il fallimento per Valerio Conti?
Molti considerano il fallimento (o più nello specifico il fare errori, lo sbagliare strada), una condizione di sconfitta irreversibile. 9 persone su 10 sentono che fallire significherebbe ‘perdere’, essere uccisi socialmente, nella vita di coppia o nella vita personale.
Una sciocchezza incredibile!
Io ho rotto i miei schemi mentali da tempo e ho iniziato a vedere il fallimento NON come una condizione di ‘perdita o sconfitta’ (male), NON come una condizione di ‘riscatto o rivincita’ (bene), ma come una semplice abilità da sviluppare.
L’abilità per eccellenza.
E se desideri andare oltre la mediocrità cui sei destinato, sarai costretto a svilupparla. Che ti piaccia o no.
- Abituarsi a fallire, a sbagliare, fare errori, soprattutto a farli in fretta, il più possibile, è un’ abilità che sana la mente, il corpo e lo spirito. E’ la vera cosa che ti può portare all’eccellenza. A diventare un essere umano migliore, in ogni campo.
Da quando ho iniziato a vedere il fallimento come un’abilità da sviluppare, la mia vita è diventata più divertente, meno seria, più leggera. Tutto si è semplificato.
Certo se vogliamo indagare la parola “fallimento” nella sua accezione negativa allora potrebbe significare diverse cose e toccare diversi contesti.
Sono d’accordo con chi dice che il fallimento più grande sia la rinuncia, l’arrendersi. In tal senso non è fallito chi cade.
- E’ un vero fallito chi cade e non ha la forza o il coraggio di rialzarsi.
- E’ un vero fallito chi non prende mai decisioni. Giuste o sbagliate che siano. Chi resta nella ‘zona d’ombra’.
- E’ altresì un fallito chi prende decisioni a metà, ovvero, chi capisce l’importanza del tradurre in ‘atto’ quella decisione, ma poi la rimanda all’infinito.
Io penso che il fallimento per eccellenza sia il ‘non fare’, più in particolare il ‘non voler fare errori’. Perché se non sbagli mai può solo significare che non ti butti mai in niente nella vita.
Un’altra interpretazione che mi piace molto è quella di Giancarlo Fornei. E cioè che il fallimento è un ‘risultato’ diverso dalle proprie aspettative, ma di cui fare tesoro. Davvero un concetto ‘spacca mente’.
D. Perché le persone hanno così tanta paura del fallimento?
Secondo le mie osservazioni questo succede per 2 motivi.
1. Paura del giudizio altrui (e delle emozioni connesse a tale Giudizio, come Ansia, Vergogna, Imbarazzo, Colpa, Disprezzo)
Le persone non amano mettersi in gioco, perché mettersi in gioco significa accettare in partenza la possibilità di perdere. Ma questo per la mente egoica è inaccettabile. La mente egoica non vuole mai perdere. E’ programmata per avere paura del giudizio negativo degli altri (il capo, la moglie, i figli, i parenti, gli amici), dunque a temere le sconfitte.
- Perché? Perché tutti vorremmo evitare di provare l’imbarazzo e la vergogna successive al dover ammettere di aver sbagliato qualcosa. Perché se facciamo un errore, se falliamo, allora significa che siamo meno dotati degli altri. Ci sentiamo inferiori. Perché e’ così che il nostro cervello è stato condizionato e programmato fin da quando eravamo piccoli.
2. Paura della responsabilità (rifiuto di crescere, voler rimanere bambini)
Un altro motivo molto importante per cui molte persone hanno paura del fallimento è che pensano che sia possibile fare le cose ‘rubando l’esperienza agli altri’, seguendo la logica del “se non faccio niente non rischio niente”. Una trappola mostruosa!
Sono quelli dalla mentalità ‘lo fai tu al posto mio’. Peccato che in questo modo tu non impari nulla. Peccato che in questo modo tu non impari nulla. Il tuo ‘non correre rischi’, il tuo evitare l’esperienza, per evitare di sbagliare facendola, ti condurrà dritto verso infinite varianti di MEDIOCRITÀ e a vivere una vita passiva e infelice, fatta di scelte che altri hanno determinato per te, fino all’ultimo istante della tua vita.
D. Ha mai fallito in vita Tua? Se sì, che cosa ti hanno insegnato i fallimenti che hai fatto
Ho fallito moltissime volte, sul lavoro, nelle relazioni, in famiglia, col mondo. Ovunque.
Per 20 anni ho collezionato una serie interminabile di fallimenti, uno dopo l’altro, vivendoli in modo incosciente, poi ho iniziato a vedere dietro tutto questo uno schema, una specie di loop nei miei comportamenti, nei miei errori, nelle mie stesse esperienze di fallimento.
Dopo una serie infinita di errori, cadute, ostacoli, credo di aver capito qualcosa sul fallimento. Ci sono 4 cose che ho imparato. E credo siano lezioni senza tempo.
- PRIMA LEZIONE: Ogni problema va risolto all’interno di te, altrimenti la vita ti catapulta dentro un loop.
Se tu hai un problema e non sei capace di risolverlo internamente a te, la vita ti creerà un loop all’esterno di te (nel mondo e nel tuo stesso modo di interagire con gli altri) che ti ripresenterà il problema irrisolto per centinaia, migliaia di volte. E te lo sbatterà in faccia tutti i giorni fino a che non lo superi.
- SECONDA LEZIONE: Ogni individuo è L’UNICO e SOLO responsabile della PROPRIA esistenza, nonché della propria condizione di felicita’ o infelicità.
Un’altra lezione che ho imparato dai miei fallimento è che non bisogna MAI – ASSOLUTAMENTE MAI – ADDOSSARE LA COLPA AGLI ALTRI O ALLE CIRCOSTANZE ESTERNE.
Per esempio, prima ero abituato a scaricare la responsabilità della mia sofferenza, dei miei errori, all’esterno di me, a cose come la concorrenza, al partner che non capisce i miei punti di vista, ecc.
Oggi so invece che quello che mi accade nell’arco di una giornata l’ho costruito io. E l’ho costruito perché avevo necessità di fare quella esperienza. Per tanto, io sono l’unico responsabile della mia esistenza.
- TERZA LEZIONE: Gli errori non esistono.
Un’altra cosa che ho imparato grazie ai miei fallimenti è che gli errori non esistono. Il passato non può essere rinnegato perché gli errori non esistono.
Quante volte ho sentito questa frase: “Io ho fatto degli errori nella mia vita”
Errore o non errore, percorso giusto o percorso cattivo, io ho fatto quello che allora la mia Coscienza mi chiedeva di fare. Quindi non è stato un errore.
- QUARTA LEZIONE: Possiamo ricevere solo la forma che emettiamo in risonanza.
Questa è una cosa che ho imparato ancora una volta dopo numerosi fallimenti, in particolare nel rapporto con gli altri. Noi possiamo ricevere soltanto il tipo di vibrazioni che emaniamo.
Se io emano la vibrazione dell’odio, sarà quest’ultima che io riceverò di continuo, e di conseguenza nella mia vita attrarrò solo persone problematiche e piene di casini. E’ qualcosa su cui riflettere.
D. Qual è stato il tuo fallimento più “fallimentare”?
E’ molto difficile rispondere a questa domanda. Qui citerò due casi in due aspetti della mia vita diversi, sul lavoro e nel rapporto con l’altro.
- Sul lavoro senza ombra di dubbio il mio più grande fallimento è stato ed è tutt’ora l’eccessivo perfezionismo. Lo considero un fallimento grandioso. Lo è perché ti ammazza letteralmente, fisicamente, psicologicamente.
Inoltre dà alla mente un’eccellente scusa per non essere mai pronta a terminare le cose entro determinate scadenze, ma al momento giusto. Che per i tempi produttivi è sempre troppo tardi.
Quando ti dici “non credo di essere ancora pronto per fare questa cosa”, oppure “ci ho lavorato giorno e notte, ma è ancora non va bene, è mediocre”.
Questa fissa di tenere altissimo lo standard delle cose a cui lavoro, a livelli quasi impossibili, è una delle tante trappole mentali ‘castra-produttività’ e ‘succhia vita’ di cui ancora non mi sono liberato, o almeno non del tutto.
…anche se devo ammettere che in fondo questo perfezionismo e questa mia mania di curare tanti piccoli dettagli nel mio lavoro è proprio ciò che mi consente di stare sempre 10 anni avanti alla concorrenza.
- Nel rapporto con l’altro, probabilmente il mio più grande fallimento è stato quello di lasciare che l’altro prendesse decisioni al posto mio 9 volte su 10. Una debolezza che mi è costata cara.
Oggi se ho qualcosa in sospeso con qualcuno, tolgo l’orgoglio e non aspetto che sia l’altro a fare il primo passo, lo compio io per primo, SUBITO.
Naturalmente, il passo verso l’altro, non deve essere per forza ‘buono’. Significa prendere un’iniziativa, buona, dolorosa o scomoda che sia.
Alle volte significa aiutarlo a fare la SUA esperienza.
D. Perché non bisogna avere paura di fallire: il consiglio di Valerio Conti!
Perché è molto meglio sostenere il peso ‘passeggero’ di uno o più fallimenti, piuttosto che condannarsi per la vita a sostenere i pesi ‘permanenti’ dei propri rimpianti.
Questo non significa che non possiamo ugualmente aver paura di fallire. E’ impossibile non avere paura di fallire. Tuttavia…
…noi possiamo sviluppare il coraggio di ‘sbagliare’, di fallire volontariamente. In qualche modo sviluppare appunto una ‘disciplina’ del fallimento.
Ecco che cosa intendo.
- Avere coraggio non significa non provare più la paura di fallire.
- Significa accogliere questa paura dentro di noi e poi, scegliere di AGIRE nonostante questa maledetta paura di fallire rimbombi dentro il nostro Essere, ci terrorizzi ogni secondo, ci distrugga ad ogni passo.
Solo in questo modo non saremo mai sconfitti. E’ l’unico modo per vivere in pieno la nostra vita.
Del resto, pensaci, è l’unica cosa che accomuna le persone di successo.
Tutti coloro che hanno fatto la storia dell’Umanità, hanno tutti avuto paura di fallire, ma nonostante questa paura, prendevano decisioni velocemente e agivano.
D. Parliamo un po’ di te: a cosa stai lavorando ultimamente?
Attualmente sto lavorando a pochi ma focalizzati progetti. In particolare ce n’è uno sul lungo termine che mi entusiasma particolarmente.
- È un nuovo corso di copywriting che si chiamerà ‘Copy d’Emergenza Online’, dove la sfida sarà di rendere semplice ed accessibile alla massa tecniche e strategie di copywriting avanzato utilizzate dai Top 10 Copywriter del mondo.
Nel frattempo ho in cantiere di fare 2 aggiornamenti importanti ad altri miei due Corsi, uno dei quali subirà un cambio di Naming determinante.
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Piaciuta l’intervista a Valerio conti?
- Leggila e rileggila più volte, perché contiene dei consigli favolosi. Semplici, pratici, FA-VO-LO-SI!
Grazie Valerio, è stato un vero piacere scoprirti anche coach motivazionale…
Giancarlo Fornei
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Ma Valerio Conti è soprattutto famoso come web-copywriter, imprenditore online, autore, blogger, ricercatore del web. Lui si definisce “Libero Pensatore”, io lo definisco un “Grande Libero Pensatore”. Perché Valerio è proprio come le persone che piacciono a me: disponibile, semplice, a portata di mano! Doti rare, a questo mondo…
Per conoscerlo meglio:
- Chi è Valerio Conti;
- La storia di Valerio Conti;
- La pagina su Twitter di Valerio Conti;
- La pagina su Google Plus di Valerio Conti;
- Valerio Conti su Linkedin.
Ps: In Italia il suo lavoro più apprezzato è senza dubbio il suo programma “Rendite d’Emergenza Online’, un corso di cui puoi ottenere una corposa anteprima gratuita a questa pagina: REO: Come creare denaro d’emergenza su Internet