Le donne non capiscono niente di tecnologia. Non sono tagliate per l’ingegneria. Tutti i grandi scienziati sono uomini.
Se stereotipi di questo tipo corrispondessero a verità, molte invenzioni e scoperte dell’ultimo secolo non sarebbero mai avvenute. Basti pensare a Marie Curie e Rita
Levi-Montalcini, ma anche all’ideatrice del frigorifero elettrico, Florence Parpart, o a Grace Murray Hopper, a cui si deve il primo software per computer.
Di talenti femminili nelle discipline STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) l’Italia ne ha in abbondanza.
Ciò che manca loro è la visibilità.
Nei tg e sui giornali nostrani, in media, su dieci specialisti intervistati ben otto sono di sesso maschile, secondo i dati del Global Media Monitoring Project 2015.
Da questa constatazione è nato il progetto 100esperte, una banca dati online che raccoglie profili di ricercatrici, docenti e scienziate selezionate in base a specifici criteri di competenza e qualità.
L’iniziativa è dell’Osservatorio di Pavia e dell’associazione Giulia (Giornaliste Unite Libere Autonome), con il Centro Genders dell’università di Milano. Il sito è destinato in primis agli operatori dei media, proponendosi come un archivio di fonti autorevoli.
- «Occorre dare voce al sapere femminile, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica fornendo esempi alle ragazze», dice Luisella Seveso, coordinatrice di Giulia.
Il portale, d’altronde, è pieno di storie di successo a cui ispirarsi.
Come quella di Barbara Caputo, che insegna ingegneria informatica alla Sapienza di Roma: «I pregiudizi sono ben radicati nella società e anch’io ne sono stata vittima. L’importanza del database sta anche nella possibilità di conoscerci, confrontarci e creare un network, per essere sempre più protagoniste della vita pubblica». [100esperte.it]
Fonte: un bell’articolo di Laura D’Alessandro, tratto da La Freccia, marzo 2017