Negli ultimi anni sono stati pubblicati interessanti risultati scientifici sugli effetti benefici della musica sia su funzioni cognitive sia su funzioni fisiologiche dell’uomo, anche in chiave terapeutica.
- «Occorre cautela, perché conclusioni provvisorie rischiano di essere considerate definitive e quindi condizionare i comportamenti delle persone prima di una dimostrazione finale della loro validità», avverte il fisiologo Claudio Babiloni.
«Revisioni sistematiche della letteratura scientifica molto accurate sono pubblicate nella Cochrane Collaboration, iniziativa internazionale no-profit nata con lo scopo di raccogliere, valutare criticamente e diffondere le informazioni relative all’efficacia e alla sicurezza degli interventi sanitari: sono un importantissimo riferimento per la comunità scientifica in quanto si basano solo su studi che hanno alti requisiti metodologici e con conclusioni che trovano conferme in più di una ricerca.
Per esempio», continua lo specialista, «revisioni bibliografiche della Cochrane indicano che la musicoterapia potrebbe aiutare i bambini con disturbi dello spettro autistico a migliorare le loro abilità nell’interazione sociale, nella comunicazione verbale e nell’iniziare comportamenti finalizzati. Altri studi hanno registrato gli effetti benefici della terapia musicale sui livelli d’ansia di pazienti con gravi malattie cardiache e polmonari come anche sui sintomi della schizofrenia».
La musica, infine, viene utilizzata per facilitare il movimento ed è sempre più impiegata nella riabilitazione anche di malattie neurodegenerative.
Fonte: Ok Salute e Benessere speciale Estate 2017