Oggi ho incontrato per te la blogger Sara Zobeide Petrizzo.
Sara è nata ad Udine (in Italia), ma da alcuni anni vive a Gran Canaria (in Spagna), con suo marito e i due figli Isaac e la piccola Melissa.
- Sara è una donna perennemente in movimento. Molto attiva e non poteva che aprire un sito/blog chiamato “Donna Atomica“.
- Un sito che ha dedicato a tutte quelle donne che vogliono crescere, perché come dice lei: «Dentro ogni donna c’è una super donna da tirar fuori, con un ruolo e uno scopo unici e inimitabili».
Sara è particolarmente legata a questa bella frase di Oprah Winfrey: «Crea la visione più grandiosa della tua vita, perché ti convertirai in ciò che credi!»… e credo che leggendo la sua bella intervista, ti renderai conto di come questa blogger italo-spagnola sia sulla strada giusta per arrivarci…
D. Che cosa é il fallimento per Sara Zobeide Petrizzo?
R. Una volta pensavo che il fallimento fosse semplicemente quella situazione in cui non riusciamo a ottenere gli obiettivi prefissati, soprattutto con l’ansia del giudizio degli altri se si sbaglia.
- Oggi devo dire che percepisco il fallimento in maniera diversa. Effettivamente sulla definizione di fallimento mi rendo conto che ciò che più conta, è proprio come lo percepiamo.
Spesso ci poniamo degli obiettivi e non riusciamo a raggiungere ciò che desideriamo secondo i tempi e i modi stabiliti nella nostra mente, oggi ho imparato che ci sono cose che la nostra mente non é in grado di percepire e il percorso é molto piú intenso di quello che si puó pensare.
A volte crediamo che in 1, 2 o pochi tentativi o poco tempo, dovremmo raggiungere il risultato che abbiamo in mente, si tratti di un qualsiasi obiettivo ad esempio economico, sportivo o relazionale… vogliamo i risultati rapidamente, se non ce li abbiamo ci demotiviamo, molliamo e subentra il senso di fallimento.
Oggi peró non credo piú che il fallimento sia sbagliare, credo sia fallimentare vedere nell’errore una fine e non una opportunitá di imparare per ritentare; credo sia fallimentare chiudersi alla vita e alla ricerca delle proprie immense potenzialità.
Oggi credo che il vero fallimento sia mollare pensando sia impossibile cambiare vita, o raggiungere i propri sogni o obiettivi, qualsiasi essi siano.
Credo che il fallimento sia accettare la vita in maniera passiva, senza renderci conto del dono straordinario che è, senza vedere in noi e negli altri delle opere d’arte, dei semi con potenzialità infinite quanto la nostra voglia di coltivarle.
Credo che il fallimento sia vivere inconsapevoli di avere uno scopo e grandi cose da fare, per noi e per gli altri, limitandoci per paura del giudizio altrui.
D. Perché le persone hanno così tanta paura del fallimento?
R. Credo che questa paura dipenda proprio da quello che dicevo sopra, cioè da come “percepiamo” il fallimento.
- Il timore maggiore di tutti è probabilmente il come ci vedrebbero e cosa penserebbero gli altri se noi fallissimo: abbiamo paura del giudizio altrui e vediamo negativamente gli errori.
Infatti abbiamo troppo spesso un pessimo rapporto con gli errori, forse a causa del sistema scolastico, ma nella vita reale si apprende e si cresce attraverso di essi, soprattutto attraverso la consapevolezza che si acquisisce dopo aver sbagliato; anche perché, sbagliare senza imparare la lezione, è controproducente, inutile e pure una perdita di tempo, anche se a volte succede perché non riusciamo sempre ad imparare la lezione subito.
Spesso siamo testardi e quando perseguiamo obiettivi guidati semplicemente dal nostro Ego, rischiamo di incappare in fallimenti continui e il successo può veramente sembrare solo un miraggio, impossibile da raggiungere.
Probabilmente si ha paura del fallimento perché non lo si accetta serenamente come una parte del percorso.
Tra l’altro oltre a non accettarlo, non ci rendiamo neanche conto che, per quanto determinati “fallimenti” facciano male, sono una grandissima occasione per tirare fuori maggiori risorse inutilizzate e nascoste in noi stessi; d’altra parte è solo cadendo che si aprono le ali.
D. Hai mai fallito in vita tua? Se sì, che cosa ti hanno insegnato i fallimenti che hai fatto?
R. Si ho fallito molte volte pensandoci, devo dire che la mia percezione del fallimento non é stata sempre uguale, a volte l’ho presa cosí tranquillamente da non farci neanche troppo caso, altre volte l’ho presa male. Altre volte ho fallito senza rendermene conto, accorgendome a distanza di anni con la consapevolezza e l’esperienza acquisita nel tempo.
Ogni fallimento mi ha portato insegnamenti diversi, perché a volte ho fallito nelle relazioni, di amicizia o di coppia, a volte ho fallito nella mia vita economica e professionale.
Ciò che ha fatto la differenza è stata la voglia di continuare a evolvermi, a imparare, e allora col tempo, sono arrivate a me, attraverso libri, testi, corsi e persone, le informazioni che mi hanno permesso di capire in cosa ho sbagliato nei diversi contesti.
D. Qual è stato il tuo fallimento più “fallimentare”?
R. Considerando ciò che ho provato dentro quando è accaduto, quello che mi ha fatto sentire più “fallita” è stato dover tornare a fare un lavoro che non mi rispecchiava per niente, dopo che un progetto imprenditoriale intrapreso insieme a mio marito non è andato come immaginavamo.
- Ogni giorno andando a lavorare mi sentivo male, stressata, vulnerabile, e peggio ancora mi sono sentita limitata come un uccello in gabbia costretto a non volare.
D. Perché non bisogna avere paura di fallire: il consiglio di Sara!
R. In realtà credo sia giusto e normale temere un pochino il fallimento, ma il punto cruciale sta nel non farsi dominare dalla paura, bensì cercare di agire sempre con prudenza e saggezza.
La paura non deve prendere il controllo delle nostre decisioni.
Non deve offuscare il nostro perché e il nostro obiettivo finale.
Il fallimento è semplicemente una nuvola che passa davanti al Sole, può essere una nuvola piccola, grande o un temporale e in quel momento è vero che la luce viene oscurata ma non dobbiamo dimenticarci che, anche se non lo vediamo, il sole è sempre lì e la nuvola o il temporale passeranno.
Dicono che un buon marinaio non si diventa col mare calmo.
- Noi siamo esattamente così, per vivere pienamente la vita dobbiamo imparare ad avventurarci, a fluire, ad accettare i problemi e i fallimenti come una sfida e una opportunità per conoscere noi stessi, raggiungere sempre livelli più alti in tutti gli ambiti della vita.
Ogni fallimento ci può insegnare tantissime cose su noi stessi, sempre e solo se lo viviamo in maniera attiva come un processo consapevole, domandandoci cosa abbiamo sbagliato e come migliorare.
A volte potremmo sentirci veramente male ma, acquisendo un giusto distacco, si impara che nella vita staremo meglio quanto più impariamo a fluire negli avvenimenti negativi come in quelli positivi.
Il fallimento a volte è inevitabile e necessario, siamo come un bambino piccolo che impara a camminare.
Cade un sacco di volte prima di arrivare all’obiettivo, ma al bambino non viene in mente di mollare, si può fare un po’ male nei suoi tentativi me è naturalmente propenso a continuare, se rimanesse fermo solo per qualche botta infatti non imparerebbe nulla e non arriverebbe all’obiettivo finale.
E così dobbiamo fare noi, non rimanere al bordo della vita ma avventurarci, con determinazione e saggezza.
D. Parliamo un po’ di te: come sei finita a vivere in Spagna?
R. La decisione ormai risale a circa 4 anni fa, quando mio marito esprime il suo interesse ad andare a vivere in Spagna.
- A quel tempo io lavoravo per una Onlus che mi ha licenziato dopo essere rimasta incinta, avvenimento che ci ha spronati a cercare alternative al lavoro fisso, portandoci quindi ad avventurarci nelle nostre prime esperienze imprenditoriali sviluppate principalmente on line.
Visto che siamo riusciti ad ottenere buoni risultati abbiamo pensato che nulla ci trattenesse più in Italia, paese meraviglioso ma, a nostro parere, con molti limiti di diverso tipo, tra cui ad esempio tasse e costo della vita elevati, mentalità troppo spesso orientata alla critica e al giudizio, poca voglia di cambiare e cercare soluzioni…
Così ci siamo informati su un luogo che ci piacesse di più in Spagna e abbiamo optato per le Isole Canarie, per il clima e i bassi costi di vita. Ci siamo organizzati e senza troppo pensare, siamo partiti con il nostro primo figlio che aveva un anno.
Io ancora non lo sapevo, ma per me il trasferimento dall’Italia alle Canarie avrebbe rappresentato la più grande uscita dalle mie zone di comfort e la mia più grande crescita come persona.
D. So che sei una blogger con una “missione” ben precisa: parlare “solo” di ottimismo e di soluzioni! Ti va di parlare del tuo blog e di questa sorta di missione che ti sei data?
R. Certo. Oggi vedo che tante persone sono schiacciate da difficoltà, problemi economici, di coppia, con i figli… moltissime famiglie sono divise o distrutte.
- Anche io nel mio passato ho avuto molti problemi, spesso mi immedesimo nelle sofferenze altrui e vorrei fare qualcosa.
Mi si spezza il cuore a vedere tanta sofferenza e, anche se so che a volte soffrire è un processo soggettivo necessario, altre volte so che molte situazioni ci sfuggono di controllo perché non abbiamo gli strumenti per gestire i nostri stati emotivi/interiori, e di conseguenza, per gestire molte situazioni della nostra vita, che quindi finiscono per degenerare senza che riusciamo a capirne il perché e a trasformarle in positivo.
Tutto questo è aggravato dal fatto che il focus della maggior parte delle persone e dei media è posto troppo sui problemi e non sulle possibili soluzioni.
Siamo costantemente bombardati da notizie negative.
Oggi possiamo passare ore e ore a parlare di problemi e ne dedichiamo troppo poche alla ricerca di soluzioni e all’azione concreta.
È importante identificare un problema, ma lo è altrettanto passare subito alla ricerca e messa in pratica di soluzioni.
Il mio blog, che tuttora è solo all’inizio, è un modo per arrivare alle persone, offrire soluzioni, positività, sia attraverso la mia esperienza, sia ispirata dalle tante meravigliose storie che vado a cercare per tenermi io stessa sintonizzata nella frequenza dell’ottimismo e di una mentalità volta al miglioramento costante, sotto tutti gli aspetti.
Con il blog a volte mi rivolgo a tutti, a volte invece mi rivolgo di piú alle donne, perché dopo essermi trasferita a Gran Canaria e aver imparato lo spagnolo, ho conosciuto contesti femminili differenti e donne veramente straordinarie, mi sono resa conto di quanto ancora c’é da fare in Italia in modo che le donne tirino fuori tutto il loro potenziale.
È necessario che le donne si ricordino di quanto sono straordinarie, del fatto che ognuna è unica e può fare grandi cose.
———————————————
Sei arrivata in fondo a leggere la lunga ma emozionante intervista a Sara.
Ti invito a leggere anche cosa dice Sara di “se stessa”: «Mi chiamo Sara Zobeide Petrizzo. Vivo a Gran Canaria, in Spagna, con mio marito, mio figlio Isaac e Melissa, l’ultima arrivata a dicembre 2016.
- Da quando mi sono trasferita alle Canarie ho avuto modo di ampliare le mie vedute, conoscere una nuova lingua e nuove persone. Per la mia crescita personale questo viaggio è stato fondamentale: il distacco dalla famiglia, da tutto quello che conoscevo, appena diventata mamma e verso un mondo sconosciuto. Soprattutto è stato decisivo l’incontro con persone che hanno dato una svolta positiva alle mie conoscenze spirituali.
Mi piace tantissimo leggere, imparare cose nuove, soprattutto su argomenti spirituali, di crescita personale ed educazione finanziaria.»…
Poi, Sara continua a raccontarsi con un bellissimo passaggio: «Prima di ogni cosa, c’è il mio rapporto con Dio, che per la mia esperienza è fondamentale, perché proprio grazie alle connessione con Dio possiamo trovare la nostra identità, il nostro equilibrio e di conseguenza la nostra forza interiore, i nostri talenti e lo scopo della nostra vita.»…
Infine, Sara chiude la sua bella intervista con la frase che rivolge ogni giorno a se stessa e che vuole regalare a tutte le amiche del blog:
«Trova te stessa e la tua vita cambierà per sempre!»…
Per contattare Sara e conoscerla ancor meglio:
- visita il suo blog a questo link
- o la sua pagina su Facebook a quest’altro link.
————————————————-
Approfitto per ricordarti che Sara – insieme a Elisa Natroni, una sua cara amica (che saluto e ringrazio) – ha tradotto in spagnolo il mio libro sull’allenamento mentale nello sport. Trovi la versione spagnola su Amazon Spagna, a questo link.
GRAZIE SARA! Grazie per la bella intervista e per aver tradotto uno dei miei libri…
Vuoi fare come Sara e rompere i tuoi schemi mentali? Leggi gratuitamente l’anteprima del mio libro. Clicca ora sulla copertina…