Ci si autosvaluta per mettere a tacere sogni ed emozioni...

Ci si autosvaluta per mettere a tacere sogni ed emozioni…

Ci si autosvaluta per mettere a tacere sogni ed emozioni…

La frase non è mia, ma dello psichiatra Comelli. Merita di essere letta con molta attenzione. Magari, riflettendoci sopra.

Giancarlo Fornei

 

  • «Chi si percepisce come brutto, indesiderabile, non cerca di innalzare barriere fra sé e gli altri, ma le alza all’interno di se stesso. Dico questo, perché chi si autosvaluta vorrebbe con ogni forza camminare tra gli altri, avvicinarli e tenerli con sé. Si soffre per la frustrazione, per la mancanza: ci si sente soli, ci si vergogna a presentarsi in pubblico e si prova un profondo dolore a causa di questa esclusione, che non è per nulla volontaria. Anzi, quello che si prova è il dolore di non essere abbastanza belli, abbastanza validi per mostrarsi, per avere un contatto con l’altro.
  • Credo che il fatto di sentirsi brutti sia un modo che utilizziamo per nascondere a noi stessi qualcosa che ci imbarazza, che non vogliamo esprimere: può sembrare un paradosso, ma molto spesso ciò che ci imbarazza è ciò che abbiamo di più luminoso e di più bello al nostro interno. L’autosvalutazione è un modo con cui mettiamo a tacere i nostri sogni, la nostra fantasia e le nostre emozioni più sincere, è un modo dell nostra razionalità di aggredire ciò che potrebbe farci sentire a disagio, ciò che potrebbe svelare la nostra più intima personalità»…

Fonte: un articolo di Francesco Comelli, psichiatra e psicoterapeuta – tratto da Confidenze, 10/07/18

 

 

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