Intervista a Diana Bracco, numero uno del gruppo Bracco, multinazionale farmaceutica, ma anche presidente di Expo 2015 e commissario generale per il padiglione Italia, Diana Bracco sa bene che questa iniziativa può rivelarsi uno strumento di ‘responsabilizzazione’ per molte donne italiane.
- Perché avete deciso di dedicare alcuni progetti alle donne in occasione di Expo 2015?
Perché la donna ha grande affinità con il tema ‘Nutrire il pianeta. Energia per la vita’ scelto dall’evento. Basti pensare che è la responsabile del prendersi cura, del dare energia per la vita, della solidarietà verso la propria famiglia. La dimensione femminile è la più adeguata ad affrontare le nuove sfide globali, in primis quella di uno sviluppo sostenibile.
- Quali sono le difficoltà che oggi le donne incontrano in un mondo come quello dell’imprenditoria?
Penso che uno degli strumenti che più manchi loro, soprattutto se giovani, sia la formazione e l’educazione. Attraverso Expo 2015 abbiamo promosso il progetto W-E Women for Expo, che ha visto circa un migliaio di iscritti e 250 partecipanti con progetti dedicati alle donne, tra non profit e start up. Tutti i programmi che saranno al centro di padiglione Italia all’interno del Vivaio donne. Vogliamo che Expo si trasformi in un’occasione di incontro, di scambio e di networking non solo per le italiane, ma anche per tutte le donne delle diverse nazioni che parteciperanno a Expo.
- Quale sarà dunque la parola d’ordine di questo evento in rosa?
Sarà empowerment (responsabilizzazione). Le italiane hanno bisogno di tutti i mezzi per crescere e dimostrare il proprio valore. Sembrerà un luogo comune, ma tutte le donne che conosciamo sono capaci di fare più cose alla volta: essere mogli, madri, lavoratrici, manager…..Una caratteristica fondamentale per chi vuole fare impresa. Sono orgogliosa, infatti, che molti dei progetti che presenteremo all’interno di W-E siano proprio delle start up concepite da donne, ma utili anche agli uomini, a dimostrazione dell’apertura mentale e non solo, di cui dispone il sesso femminile.
Intervista a Diana Bracco – fonte Viversani e Belli, 13 marzo 2015