Quando si fa un bel respiro, quasi sempre si tende a “gonfiare” il petto.
Un modo di introdurre più ossigeno nei polmoni che di certo sembrerà naturale a tutti, ma che in realtà è la conseguenza di una vita sempre più stressante e piena di ansie.
– La respirazione fisiologica, infatti, non è quella toracica bensì quella diaframmatica, eseguita cioè da quella lamina muscolo-tendinea che separa la cavità toracica da quella addominale.
In condizioni normali, infatti, inspirando l’aria entra nei polmoni che insieme alla cassa toracica si espandono e allungano la colonna vertebrale, il diaframma si appiattisce e i muscoli intercostali si contraggono spingendo verso l’alto.
Espirando, invece, i muscoli e il diaframma si rilassano, mentre la gabbia toracica si restringe e i polmoni si svuotano.
E’ una conseguenza dell’inspirazione, pertanto non comporta attività muscolare.
– Respirare con il torace, invece, porta a un uso esagerato di muscoli accessori come i pettorali, i dorsali, l’elevatore delle scapole e il trapezio, provocando disturbi a livello cervicale.
Ma non solo: non essendo inspirata nel modo corretto, l’aria non viene nemmeno espulsa bene, tanto da provocare dei blocchi inspiratori.
Tratto da un bell’articolo di Alessia Lucchese, su Viversani e Belli, 8/03/13