Oggi ho incontrato “virtualmente” la Dottoressa Adele Canino, una psicologa esperta nei Disturbi del Comportamento Alimentare.
Problema che insorge prevalentemente durante l’adolescenza e colpisce soprattutto il sesso femminile. E dato che mi occupo di autostima e benessere mentale delle donne, ho ritenuto interessante trattare questo argomento con un’esperta come la Dottoressa Canino.
Tornando ad Adele – (mi sono subito permesso di darle del tu, vista la gentilezza e disponibilità con cui ha risposto alle mie domande) – mi ha colpito una frase che ho trovato sul suo blog, dove afferma – in pratica – che quasi la totalità dei casi di obesità possono nascondere cause psicologiche.
Nell’intervista, Adele Canino snocciola numeri terribili, che meritano tutta la nostra attenzione, come persone e come genitori. Ma conosciamola meglio attraverso le domande che le ho fatto…
Da dove nasce la tua passione per la psicologia e, in particolare, per quella collegata ai disturbi del comportamento alimentare o DCA?
La mia passione nasce da quando ero piccola, molto piccola. Avrò avuto sette o otto anni e già mi mettevo, spesso, ad osservare le persone che mi stavano intorno, per capirne i comportamenti e le azioni. Mi chiedevo il perché delle cose, della sofferenza psichica, della passione per qualcosa, delle reazioni emotive avute piuttosto che altre. Questa curiosità, questa voglia di sapere di più, di andare oltre, di avere e dare delle risposte mi ha fatto scegliere fin da subito questo percorso.
L’approfondimento relativo allo studio dei disturbi del comportamento alimentare ma anche, quindi dell’importanza dello stile di vita sano e del benessere, invece, sono subentrati in un secondo momento. Dopo aver finito l’università, che spesso ti instrada soprattutto sul concetto della patologia e della sofferenza, sentivo che c’era qualcosa che mancava. Sentivo che si poteva fare di più. Che accogliere ed aiutare persone che hanno delle patologie importanti è fondamentale e determinante ma il mio orientamento mentale doveva essere diverso, doveva comunque essere orientato verso la salute, il benessere e il miglioramento dello stile di vita. Solo cosi, secondo me, si può fare tanto per aiutare davvero chi ne ha bisogno.
Ho seguito quindi un corso in Psicologia del Benessere e mi sono specializzata su questo.
Per quanto riguarda l’alimentazione, sono sempre stata circondata da persone che hanno avuto problemi alimentari, anche a me molto vicine e sentivo e toccavo con mano, quanto ogni giorno questo li facesse soffrire, quanto fosse un peso, un fardello da portarsi dietro ogni giorno, in ogni situazione e che condizionava inesorabilmente la loro vita.
Questo mi ha spinto a studiare bene questo settore della psicologia, ho iniziato a leggere libri, documentarmi su internet ed ho seguito un Corso sulle tecniche di counseling psicologico sul comportamento alimentare. Ho cercato di avvicinarmi a queste persone ancora di più, per provare a capire che cosa provano, di che cosa hanno bisogno e mi sono accorta che, come dice un mio grande mentore il Prof. Dott. Marcelo Claria “più che disturbi del comportamento alimentare dovrebbero chiamarsi disturbi dell’affettività”.
È un mondo in cui c’è tanto ancora da fare e tante persone hanno bisogno di essere aiutate ad uscire da questi circoli viziosi. L’aspetto positivo è che supportati in modo professionale e soprattutto nelle fasi iniziali del disturbo questo può accadere!
Quali sono i segnali tipici che una persona può percepire per comprendere che il suo modo di abbuffarsi con il cibo (o rifiutarlo del tutto) è il sintomo di qualcosa che non va a livello psicologico?
Il nostro corpo ha bisogno e quindi ci richiede una determinata quantità di cibo, se noi eccediamo in una circostanza particolare, per esempio ad una cena con gli amici di tanto in tanto, ma nella quotidianità manteniamo uno stile alimentare equilibrato e sano, questo può rientrare in una eccezione data dal momento di particolare euforia che si sta vivendo.
Se invece, le abbuffate sono sistematiche e non avvengono per fame ma per una sensazione di vuoto che si sente allo stomaco e che non si riesce bene ad interpretare, ecco in questo caso il più delle volte, alla base c’è una motivazione psicologica che ci porta a farlo. Una spinta quindi dettata da bisogni psicologici e non dalla fame. Spesso inoltre le abbuffate seguono a esperienza vissute dal soggetto come conflittuali che il soggetto cerca di gestire in questo modo.
Per quanto riguarda il rifiuto del cibo, una delle caratteristiche predominanti è l’incapacità di vedere il proprio fisico come realmente è. Ci si guarda allo specchio e anche se si è sottopeso ci si vede sempre troppo grasse, inadeguate. Si ha la voglia di resistere allo stimolo della fame, dimostrare a se stessi di essere più forti. Molte volte si pensa che riuscendo a controllare la fame si riesca a controllare la propria vita.
Tagliuzzano il cibo in parti sempre più piccole per poi mangiarne poco o niente. È forte la paura di aumentare di peso. C’è una inappropriata influenza del peso e della forma fisica sulla propria autostima. Anche in questo caso un’altra caratteristica che può subentrare è l’eccessiva attività fisica alla quale ci si sottopone.
Si sente spesso citare l’espressione “benessere olistico”, ma con parole semplici, che cosa significa?
Questa è una domanda molto importante, perché nella frenesia dei nostri giorni abbiamo perso di vista quasi totalmente questo aspetto della nostra vita. Olistico deriva dal greco “olos” che letteralmente significa “Tutto o il Tutto”. Da troppo tempo siamo stati abituati a dare importanza alla cura della salute come cura della malattia. Ecco questo è quello che credo ci sia di più sbagliato al mondo.
Se noi ci limitiamo a curare le malattie che “ci capitano” non facciamo altro che trascurare degli aspetti della vita che sono importanti quanto il corpo, come la mente e tutto il mondo che questa comporta.
Siamo una “macchina” meravigliosa, in cui tutto potrebbe scorrere in armonia. Il benessere olistico è appunto quella sensazione di rilassamento, di positività, di energia che deriva dal perfetto funzionamento del nostro corpo e della nostra mente che lavorano costantemente in armonia e in simbiosi. Trascurare una parte del nostro essere è un errore che non ci consente di vivere appieno e in modo equilibrato la nostra vita.
Quali sono i soggetti più a rischio nei disturbi del comportamento alimentare e perché?
I disturbi del comportamento alimentare insorgono prevalentemente durante l’adolescenza e colpiscono soprattutto il sesso femminile.
Gli studi condotti in Italia sono relativamente pochi e riguardano soprattutto realtà regionali, ma forniscono comunque uno spaccato della diffusione di questi disturbi nel nostro paese.
Purtroppo la percentuale delle ragazze che si lascia aiutare è pari solo al 30% del totale.
Ma i disturbi alimentari iniziano ad interessare incisivamente anche i ragazzi. Sono circa 75 mila i maschi adolescenti anoressici nel nostro Paese, a fronte di 150 mila bulimici.
Gli adolescenti sono maggiormente esposti a questo rischio perché vivono un’età molto delicata in cui subiscono molti cambiamenti, fisici, ormonali, sociali, ambientali spesso si è sottoposti ad uno stress notevole. Questa età crea confusione, paura, non si sa come fronteggiare i cambiamenti ed il cibo sembra essere per loro, uno strumento “abbastanza semplice” da utilizzare per provare a controllare e gestire la propria vita.
Siamo subissati da immagini di donne e uomini bellissimi, magrissimi in piena forma. Come è possibile dare il “giusto peso” ad una dieta nell’era dell’immagine ad ogni costo?
Questa è una bellissima domanda. Perché in realtà va proprio a toccare uno degli aspetti cardine che scatena il proliferare dei disturbi alimentari. Come dicevamo nella domanda precedente le persone più a rischio sono gli adolescenti. In questa età si è anche più suggestionabili e condizionati dalle mode e dai mass-media.
La comunicazione di massa fa passare il messaggio che l’unico modo, per essere felici e vivere bene la propria vita è essere magri all’inverosimile, senza smagliature, senza cellulite, senza rughe, senza nei, senza imperfezioni, insomma bisogna essere perfetti. E ci bombardano continuamente con immagini, pubblicità, colori, suoni, per cui anche se non si è d’accordo si finisce quasi in modo ipnotico a comprare creme anticellulite e prodotti che promettono miracoli.
Ma riflettiamo bene.
Sono caratteristiche che fanno parte della vita e del normale scorrere del tempo, quelle che vengono additate come imperfezioni in realtà sono nostre peculiari, che ci rendono uniche, speciali. Le modelle sono perfette ma in realtà, sembrano, non sono, perfette perché un ritocchino con photoshop non si nega a nessuno e non tralasciamo inoltre tutto il complesso mondo psicologico di rinunce e privazioni che queste ragazze affrontano per poter mantenere, sempre, un livello cosi alto di controllo sul proprio corpo.
Quindi lasciamo andare queste pretese di perfezionismo, che non portano ad altro che a perdere l’occasione di evidenziare, magari, parti di noi che invece andrebbero sottolineate e concentriamoci invece non su una dieta ma su un nuovo stile di vita!
Dico sempre che per stare bene non è necessario fare la dieta, anzi molte volte solo la dieta non basta e potrebbe intristire qualcuno, pensiamo invece di occuparci delle nostra vita a 360°. Facciamolo in modo “olistico” e proviamo magari a muoverci di più, ci sono tanti modi per muoversi di più senza necessariamente andare in palestra, se non ci piace farlo.
Stiamo più attenti a quello che mangiamo, quante volte succede che un piatto estremamente gustoso sia anche ipocalorico e salutare? Io credo molto più spesso di quello che si pensa!!!
E poi, dedichiamoci alla nostra salute emotiva che è il motore di tutto, sembra l’aspetto che si può trascurare perché non si ha il tempo o perché non si padroneggiano i modi per farlo, ma in realtà, senza la quale non si raggiunge il benessere bio-psico-sociale di cui ha riconosciuto il grande valore anche l’OMS.
A che livello è l’educazione alimentare in Italia?
I dati relativi all’obesità infantile non sono incoraggianti.
Dal 2008 le percentuali sono in calo ma l’Italia resta ancora ai primi posti in Europa per obesità e sovrappeso tra i più giovani.
Citerò solo alcuni dati (forniti dal Sistema di sorveglianza nazionale Okkio alla Salute, promosso dal ministero della Salute/Centro per il Controllo e la prevenzione delle Malattie(Ccm)) per dare un’idea di che cosa stiamo parlando.
Per quanto riguarda le abitudini alimentari:
Per quanto invece riguarda lo stile di vita e l’attività fisica:
Sarebbe auspicabile che l’Italia promuovesse degli interventi professionali per permettere a tutta la popolazione che ne ha bisogno di essere aiutata e supportata ad uscire da questa malattia.
È stato dimostrato con diverse ricerche che se l’Italia stanziasse un fondo a livello nazionale per promuovere la prevenzione, attraverso interventi professionali multidisciplinari, mirati e ad ampio spettro, questi riuscirebbero ad incidere fortemente su questi preoccupanti dati.
I benefici raggiunti a catena andrebbero ad influire positivamente sulla salute e sulla qualità di vita dei cittadini e anche sui costi che ogni anno la sanità pubblica deve sostenere per curare i pazienti affetti da malattie gravi correlate all’obesità, come il diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari, patologie respiratorie, ecc.
Circa venti anni fa l’obesità è stata riconosciuta come malattia dall’OMS , bene se è una malattia va trattata come tale, vanno strutturate cure adeguate ed efficaci. Queste persone hanno bisogno di essere accompagnate lungo un percorso magari lungo e faticoso ma sicuramente più efficace e incisivo dei precedenti.
In chiusura di questa lunga (e interessantissima intervista), parliamo un po’ di te: qual è il sogno nel cassetto di Adele Canino?
Questa domanda mi ha fatto sorridere, perché in realtà di sogni nel cassetto ne ho tanti, penso che non bisogna finire mai di sognare e non bisogna smettere mai di credere di poterli realizzare.
In questo momento della mia vita, il sogno che vorrei realizzare nel prossimo futuro è quello di creare una struttura dedicata al benessere, che possa accogliere tutti coloro che ne hanno bisogno, che sentono l’esigenza di evadere dal quotidiano, di dedicarsi del tempo e dello spazio, di volersi bene, all’interno della quale ci siano dei professionisti attenti e specializzati che possano offrire al cliente un percorso di vita.
Spero che i miei corsi sull’alimentazione, sul benessere o sul baby massaggio, siano per tutti coloro che li frequentano, un’esperienza di vita.
Perché quello che veramente può darti qualcosa in più, un valore aggiunto, non è la conoscenza ma la consapevolezza, la consapevolezza di chi si è e di cosa si desidera davvero e poi molte volte ci si stupisce di quante risorse possediamo già per realizzare i nostri sogni ed essere felici.
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Mi auguro che quest’intervista alla Dottoressa Adele Canino ti sia piaciuta e, soprattutto, sia stata utile.
La dottoressa lavora principalmente su tre ambiti:
Sono tematiche in qualche modo collegate tra loro, nel senso che, come afferma la stessa Canino, i problemi alimentari nascono nella maggior parte dei casi da problematiche psicologiche; quindi andando a lavorare su questi ultimi si agisce anche sui precedenti.
Uno dei modi utilizzati (ed efficaci) dalla Dottoressa Canino in questo ambito è quello delle tecniche di rilassamento. Va ad agire dal versante del sostegno emotivo e da quello della ricerca delle cause che hanno permesso la formazione del sintomo.
«Il benessere psico-fisico è per me proprio una scelta di vita, nel senso che penso che se si acquisiscono degli strumenti per meglio fronteggiare le avversità della vita, questa automaticamente sembrerà più facilmente gestibile e a volte, in situazioni più delicate, anche più sopportabile». Adele Canino
Se hai bisogno di contattarla:
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