Che cos’è l’intelligenza emotiva?
Esistono vari tipi di intelligenza e quella emotiva è una di queste.
Fino a qualche tempo fa si pensava che l’intelligenza coincidesse sostanzialmente con il quoziente intellettivo (Q.I.), ossia con lo sviluppo cognitivo di un individuo nell’ambito numerico, logico, spaziale e linguistico.
Ora sappiamo che il cosiddetto test del Q.I. non è una misura universale, poiché risente del livello culturale della persona. Risulta più attendibile nel valutare la capacità di ragionamento, al netto delle conoscenze scolastiche, la misura dell’intelligenza fluida, cioè la capacità di capire e risolvere situazioni problematiche in maniera logica, a prescindere da quanto si abbia studiato.
In tali processi, la gestione delle emozioni ha un ruolo fondamentale.
Importante nel lavoro e nella vita privata
L’intelligenza emotiva è la capacità di riconoscere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui per raggiungere obiettivi sia personali sia comuni.
La stessa espressione “intelligenza emotiva” fa intendere che non vi sia opposizione tra il cuore e la ragione; nel corso dei secoli, infatti, le emozioni si sono evolute, diventando più sofisticate. Oggi ricoprono un ruolo centrale anche nel ragionamento. Varie ricerche hanno dimostrato che brillanti laureati non hanno poi avuto una carriera professionale altrettanto soddisfacente perché non dotati di un’intelligenza emotiva molto sviluppata.
Perché un gruppo di lavoro funzioni bene, infatti, è fondamentale che il leader sappia comprendere i sentimenti dei singoli membri del team, mettendoli nelle condizioni migliori per rendere sempre al massimo delle proprie possibilità.
- Anche nell’ambito personale, la qualità di vita è indubbiamente migliore se l’individuo è in grado di gestire bene le emozioni che prova.
Una competenza che si può imparare
Nonostante alcune persone nascano con una predisposizione emotiva più spiccata di altre, è sempre importante “allenarla” per potenziarla. Perciò, fin dai 3-4 anni va insegnato ai bambini a riconoscere le emozioni che provano, senza inibirle.
- Per esempio, se in preda alla rabbia il piccolo rompe il giocattolo preferito e dopo è triste perché non lo può più usare, i genitori dovrebbero spiegargli che l’eccesso d’ira è stato causa di tristezza. Cosi, a poco a poco il bimbo impara a gestire la rabbia, a vantaggio della qualità della sua vita.
Nei panni dell’altro
Uno dei pilastri su cui si fonda l’intelligenza emotiva è l’empatia, cioè la capacità di mettersi nei panni dell’altro, provando le sue stesse emozioni pur non vivendo la stessa situazione. Riconoscere e gestire le proprie emozioni è il primo passo per capire quelle degli altri.
Espressioni tipiche attraverso cui questa forma di intelligenza si esprime nella nostra società sono la capacità di mediare, di negoziare soluzioni, di dirimere controversie e di sentire come proprie anche le esigenze degli altri.
L’intelligenza emotiva è forse la più “intelligente” tra tutte le intelligenze, in quanto concede i suoi vantaggi a tutti, portatori e beneficiari.
Fonte: “Che cos’è l’intelligenza emotiva?” un articolo di Roberto De Filippis, con la consulenza di Federica Alemanno, Responsabile del servizio di Neuropsicologia dell’Irccs ospedale San Raffaele di Milano. É docente della Scuola di specializzazione in Neuropsicologia dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e coordina il programma “Well being” dell’ospedale San Raffaele di Milano – tratto da Viversani e Belli, 20/09/19
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