Lavorare, a qualsiasi livello lo si faccia, permette di sentirsi utili.
Otto ore al giorno per cinque giorni; un lavoratore medio nel nostro Paese impegna circa il 50% della propria giornata a lavorare, investendo il 70% delle proprie opportunità intellettive, psichiche emotive e sociali.
Tempo prezioso che forse non vale la pena di sprecare.
Anche perché, come hanno dimostrato alcune recenti ricerche, un lavoratore soddisfatto non è solo una persona più felice, ma è anche un dipendente più produttivo.
L’arte di sapersi accontentare: certo, spesso il grado di soddisfazione che si prova al lavoro dipende dall’attività che si sta svolgendo e che non sempre corrisponde alle proprie aspettative.
Diciamocelo, nella maggior parte dei casi bisogna accontentarsi di quello che si trova.
C’è qualcosa di molto positivo che però accomuna tutte le professioni; secondo Grazia Geiger, psicoterapeuta e coach PCC, autrice di Donne Numero Uno – coaching in sette sessioni, «lavorare, a qualsiasi livello lo si faccia, permette di sentirsi utili. È molto gratificante vedere riconosciute dagli altri, che siano colleghi o i superiori, le proprie abilità».
Ci avete mai pensato?
La routine e gli impegni quotidiani spesso ci portano a dare tutto per scontato; invece, sarebbe opportuno riflettere periodicamente sul valore del proprio lavoro, per non perdere lungo il percorso il senso di ciò che facciamo.
Tratto da un articolo di Federica Brignoli – Fonte: Più Sani Più Belli, febbraio 2013
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