Giancarlo Fornei intervista il “Love Coach” Irene Rapisarda, Trainer, Life Coach e Insegnante del metodo Louise Hay…

Oggi ti porto a scoprire una donna veramente in gamba, che ha cambiato in meglio la sua vita e, ogni giorno, aiuta qualcun altro a farlo. Ma conosciamola un pò meglio…

  • Irene Rapisarda è una Trainer, Life Coach e Insegnante del metodo Louise Hay. ha una Laurea in Lettere Antiche e una breve docenza nella scuola secondaria. Ma mi ha raccontato che avrebbe tanto voluto laurearsi in Psicologia.

Irene ha una vera passione per le potenzialità della mente umana. E un giorno (come afferma testualmente lei) «è intervenuto l’Universo, con i suoi metodi a volte bizzarri ma sempre efficaci» dandole spinta verso un cambiamento radicale di vita.

  • Decide di iscriversi alla scuola di Coaching L’UCE, la Libera Università di Crescita Evolutiva – tenuta da Lucia Giovannini e Nicola Riva e diplomarsi come Coach e Master Practictioner in PNL e Neurosemantica, presso l’Istituto Italiano di Neurosemantica.

Il suo trainer e coach Nicola Riva la incoraggia e la spinge indirettamente verso il suo primo “incontro” con i libri del pensiero positivo e del Metodo Louise Hay.

Irene “sente” che quella è la sua strada e decide di formarsi anche come insegnante Heal your LIfe® metodo Louise Hay. Scegliendo di definirsi “Love Coach” perché parte dal presupposto che nella vita bisogna imparare ad Amare prima se stessi.

Irene afferma spesso che il mondo ha bisogno di persone felici! Possiamo dargli torto?

Ecco l’intervista che ho fatto qualche giorno fa con Irene Rapisarda, è un po’ lunga, ma vale la pena leggerla tutta…

Domanda. Le donne hanno spesso l’autostima sotto i tacchi: tu cosa fai di particolare per nutrire la tua?

Durante gli studi nell’ambito della crescita personale, che ho intrapreso ininterrottamente dal 2011 ad oggi, ho imparato che il mio valore (e quindi la stima di me) sono intrinseci, come essere umano e per “diritto di nascita”. E mi amo e mi accetto così come sono (e ho stima di me) a prescindere dalle azioni che faccio, che sono sempre e comunque perfettibili.

  • Posso migliorare sempre ciò che faccio e allo stesso tempo mi amo profondamente per ciò che sono. Quindi distinguo sempre l’essere dal fare e la mia autostima non ha bisogno di particolare nutrimento se non il ricordarmi questi presupposti imprescindibili.

Certo, è stato un processo ed un percorso di sempre maggior consapevolezza ma oggi posso serenamente affermare che il valore di un essere umano non può mai esser stimato da altri e non si può basare su criteri non permanenti ed esterni (il lavoro, il reddito, l’aspetto fisico, ecc.).

Quello che faccio abitualmente è coltivare la relazione con me stessa, curando i miei pensieri, e allo stesso tempo la mia persona e il mio spirito attraverso azioni amorevoli rivolte a me stessa, così come si è invece abituati maggiormente a fare verso una persona cara.

Domanda. Da dove nasce la tua passione per la crescita personale e, nello specifico, per il coaching?

In maniera proattiva nasce circa 9 anni fa, quando lavoravo come team leader in un’azienda che, attraverso corsi di formazione e aggiornamento, mi ha fatto conoscere alcuni rudimenti di PNL; mi appassionai presto alla materia e successivamente cominciai a valutare di iscrivermi a qualche corso specifico per approfondire l’argomento e poter svolgere al meglio il mio lavoro; nel 2011 conobbi così la società BlessYou di Lucia Giovannini e Nicola Riva e cominciai a frequentare sia i miei primi corsi di crescita personale sia la scuola biennale di PNL Neurosemantica e di Coaching (che è anche una scuola di crescita personale) e, parallelamente alla formazione in Coaching, anche altri numerosissimi corsi monotematici sulla comunicazione e simili tenuti dai miei insegnanti.

  • In realtà, già studiando al liceo classico, mi appassionavano enormemente gli studi di autori, filosofi, poeti in relazione alle potenzialità umane e infatti, dopo la maturità, avrei voluto iscrivermi alla facoltà di Psicologia, mentre “fui costretta” a scegliere la Facoltà di Lettere e Filosofia.

Ma è come se il filo che doveva portarmi ad intraprendere una vera professione nell’ambito della relazione d’aiuto non si fosse mai spezzato e, anche se dopo diverso tempo e con percorsi apparentemente eterogenei, oggi questo filo mi ha portato a riconnettermi con quell’Irene liceale che, negli anni ’90, pensava di fare la psicologa.

Domanda. Oggi sei una Life Coach importante, Trainer del Metodo Louise Hay. Quali sono stati i problemi principali che hai dovuto superare nel tuo percorso per diventare una coach?

Il percorso per diventare una coach è stato costituito da due binari paralleli: mentre studiavo e mi appassionavo della materia, smettevo di credere nell’azienda per cui lavoravo e maturavo l’idea di licenziarmi; più acquisivo strumenti, che non riuscivo a mettere in pratica a pieno in azienda, più cresceva l’entusiasmo di approfondirli e si appesantiva la zavorra che mi teneva legata al posto fisso o comunque a quell’azienda.

  • Per cui ho scelto di affrontare molte paure e convinzioni limitanti su me stessa, sulla mia efficacia e parallelamente ho rafforzato quella parte di me che era convinta di poter dare di più agli altri e di ricevere di più dall’autorealizzazione personale e professionale. Nello specifico le sfide principali sono state relative alle mie paure e convinzioni limitanti ereditate dall’ambiente familiare e ben nutrite dall’ambiente sociale che frequentavo allora riguardo il mondo del lavoro e le opportunità di successo.

Una volta licenziata, le sfide si sono trasformate in tappe di crescita personale: è stato come se avessi affrontato la scelta più coraggiosa della mia vita e, sebbene all’inizio non sapessi esattamente da dove cominciare per farmi conoscere e per iniziare una nuova attività, sono stata talmente felice di aver compiuto una scelta simile che l’entusiasmo ha inondato la mia vita e le mie azioni.

Già dopo circa 20 gg dal mio licenziamento, fui contattata per un nuovo lavoro (che poi si è concluso anch’esso) e questa nuova opportunità mi diede la spinta definitiva a proseguire verso i miei nuovi obiettivi. Mentre c’era ancora chi intorno a me mi parlava di crisi del lavoro, io ricevevo una proposta di lavoro! Così, forte di tutti gli studi già compiuti nell’ambito della crescita personale, ho deciso coscientemente di fidarmi della Vita, ho imparato a chiedere aiuto e a valorizzare tutti quei talenti, doni e capacità acquisiti anche nei precedenti 15 anni di studio (dalla laurea in poi) e da allora non ho più percepito veri problemi intorno a me: pian piano e con costanza ho cominciato a proporre dei corsi di gruppo e degli incontri individuali, ritrovandomi sempre più circondata da una “rete” di persone pronte a sostenermi (tra cui per esempio un caro amico che mi ha sempre appoggiata e che da qualche anno ha deciso di aprire un Associazione di Promozione Sociale con finalità olistiche, presso la quale tengo i miei principali corsi e seminari).

Domanda. In cosa si differenza il Metodo Louise Hay da altre metodiche di crescita personale?

Posto che non ho la presunzione di conoscerle tutte, quello che a me piace e trovo efficace, confermato anche dal feedback positivo da parte dei miei clienti/corsisti, è che il Metodo è semplice e arriva al cuore di tutti: non occorrono competenze o abilità specifiche per utilizzarlo e si può imparare a qualsiasi età, a prescindere da qualsiasi estrazione sociale o culturale; è un metodo che insegna a ritrovare e a confermare l’amore per se stessi/e, a chiudere e a far pace con le ferite emozionali del passato, come nucleo imprescindibile per poi affrontare ogni ambito della nostra vita e creare la realtà che vogliamo.

Infine è un metodo che porta all’indipendenza della persona, perché è un metodo di autoaiuto, che insegna quindi anche tecniche ed esercizi semplici e replicabili in autonomia; per chi ha piacere, l’insegnante può essere una guida, anche attraverso i corsi esperienziali, ma già con i libri e gli audio di Louise Hay si può imparare molto da soli.

Domanda. Spesso, le convinzioni limitanti bloccano le persone, che perdono opportunità su opportunità. Che cosa fai tu per bloccarle e sostituirle con convinzioni potenzianti?

In generale, applico su di me quello che ho imparato prima e che adesso insegno agli altri.

Infatti il Metodo Louise Hay insiste proprio sull’aspetto della consapevolezza costante verso i propri pensieri; in particolare quindi ormai sono sempre focalizzata sui miei pensieri e sulle mie affermazioni e, quando sopraggiungono convinzioni limitanti, con amore e rispetto verso me stessa innanzitutto le accolgo, mi permetto di riconoscerle, accettarle e di vivere le emozioni associate, concentrandomi sulla loro intenzione positiva.

  • Sono sempre cosciente che convinzioni limitanti ed emozioni derivano dal mio vissuto e dall’ambiente familiare/educativo quindi evito di lottare con essi (e quindi con una parte di me) e piuttosto esploro “altri punti di vista” e, attraverso tutti gli strumenti dell’autocoaching, cambio i significati tossici che sto attribuendo alla mia rappresentazione della realtà.

Inoltre scelgo di lasciare andare ogni pensiero e convinzione che “non fa il tifo” per me, che non mi supporta o che non mi nutre, ristrutturando il mio dialogo interiore. In generale ogni volta che mi trovo ad affrontare convinzioni limitanti riformulo le parole dei miei pensieri e delle frasi che pronuncio, confidando sempre, come assunto di base, sulla credenza che la Vita è una cosa che capita PER me.

Domanda. Qual è la cosa che ti gratifica di più nel tuo lavoro?

Mi piace associare la gratificazione con il concetto dell’essere grata: quindi nel mio lavoro sono grata di essere testimone nel vedere e sentire le persone che imparano ad auto aiutarsi da sole; quando, nei colloqui con me, il cliente/corsista arriva al punto in cui comprende da solo le sue strategie mentali disfunzionali e da solo è in grado di correggerle, chiedendo a me solo conferma per la solidificazione dell’apprendimento, a quel punto a me batte il cuore e mi commuovo, piena di felicità per loro e grata della possibilità di svolgere questo lavoro.

Domanda. Irene ha un sogno nel cassetto?

Non so se sia classificabile come sogno o piuttosto come un progetto che vedo in embrione davanti a me negli ultimi tempi: a volte collaboro con alcune colleghe che stimo molto e che sono anche carissime amiche, che hanno obiettivi professionali, valori e interessi simili ai miei; ho anche una collaborazione in atto con un amico che è direttore di un’Associazione di Promozione Sociale e ho una sorella di cui vado molto fiera che, come giornalista, si occupa di ecosostenibilità ambientale e che mi coinvolge sempre di più con gli argomenti a difesa dell’Ambiente in cui viviamo (che è anche uno dei miei interessi principali, insieme all’alimentazione e al mondo animale).

  • Io stessa nelle mie relazioni personali e professionali mi confronto con gli altri anche su questi temi e noto una sensibilizzazione sempre più crescente mano a mano che le persone procedono nel loro personale cammino di crescita.

Mi piacerebbe, un giorno non troppo lontano, far confluire sempre di più questi temi che a me fanno battere il cuore in eventi/seminari correlati tra loro, in cui le persone, attraverso il loro cambiamento, possano poi responsabilizzarsi verso la “produzione” “a 360° di reali effetti benefici sul territorio e sul Pianeta (compreso ogni essere senziente).

  • Questa è Irene Rapisarda, e la frase che segue, ti fa comprendere quali e quante credenze positive abbia questa donna: «Quando agisci con coraggio e fedeltà in ciò che vuoi e in ciò che sei, l’Universo risponde sempre alla grande!»

Magari, un giorno, io e Irene terremo un bel seminario motivazionale insieme. Mai dire mai nella vita…

Giancarlo Fornei

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Se vuoi contattare Irene Rapisarda:

 

CoachDonne

Toscano, nato a Carrara 59 anni fa. Ex marketer dei servizi, dal 1999 si occupa esclusivamente di crescita personale. Conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'Universo Femminile. Da oltre tredici anni aiuta le donne atlete agoniste e le giovani promesse dello sport a vincere. Nello sport, come nella vita...

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