«Ci sono molti ragazzi che all’importanza della competenza hanno sostituito la cultura del diventare popolari e famosi. Cultura stimolata dai talent, che generano meccanismi leciti ma illusori, dove spesso una persona competente finge di credere che tu (che non sai fare bene nulla) abbia talento. Nel giro di poco tempo, però, tu finisci dimenticato tutti.
Allora che fai? Torni in piazza a prendere aperitivi per tutta la vita? Sono tanti 90 anni di bevute e weekend a Ibiza, arrangiandosi con un’economia di pura sussistenza in attesa che il nonno ti lasci un monolocale in eredità.
La competenza non ha un ambito specifico, ma riguarda tutto. Si acquisisce studiando, lavorando, imparando a fare qualcosa.
Quando parliamo di assenza di passione, dobbiamo partire dal disprezzo della competenza, spesso assunto come stile di vita con la complicità della famiglia. Per esempio, non dimentichiamo che non è uguale pagare ai figli un soggiorno all’estero per studiare o un weekend a Formentera.
Però, non scordiamo nemmeno che esistono ragazzi appassionati, dediti a quello che fanno, non ottusamente proiettati verso un astratto successo, ma vogliosi di fare bene ciò che amano».
Fonte: Confidenze, 30/10/18 – I talent promuovono illusioni e falsi miti? è un articolo di Paolo Crepet, psichiatra e sociologo
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