La blogger Pamela Signorini: «Paura del fallimento? Tanto vale farsi ibernare e risvegliarsi nell’era degli automi»!

Chi ha paura del lupo cattivo, alias il fallimento?

  • Oggi l’ho chiesto ad una bella ragazza di nome Pamela Signorini, blogger, scrittrice ed anche mamma.

Pamela ha grinta da vendere. Pensa che si definisce “Una che non ha paura di scrivere quello che pensa”. Una che ripete continuamente a se stessa e agli altri: «Non permettere mai a nessuno di dirti come devi vivere».

Caro lupo, alias fallimento, temo per te che tu abbia trovato pane per i tuoi denti…

Ma prima di farti leggere le risposte che mi ha dato la blogger, permettimi un nanosecondo di vanto: ho scoperto che Pamela Signorini mi segue da molto tempo, dunque anch’io ho qualche fan!

Lasciamo da parte la mia solita facile ironia e “gettiamoci” nella lettura della bella intervista che n’è venuta fuori…

 

D. Che cosa è il fallimento per Pamela Signorini?

Devo dirti che la parola “fallimento” non mi è mai piaciuta molto. Nella visione comune è intesa come un punto di arresto-fine, mentre io la considero un po’ come nel calcio – uno sgambetto, un fallo, l’inciampare lungo il percorso – una caduta momentanea dalla quale rialzarsi.

  • Fallire in qualcosa significa che ci hai provato, che hai accettato una sfida e tanto mi basta per dare alla parola – fallimento una connotazione assolutamente positiva. Se hai fallito in qualcosa, hai comunque imparato una lezione di vita che ti sarà utile nei giorni avvenire per non ripetere gli stessi errori.

 

D. Perché le persone hanno così tanta paura del fallimento?

Secondo il mio punto di vista, molte persone limitano azioni e progetti della loro vita (spesso quelli ai quali tengono di più), perché si sentono sotto pressione, hanno paura che la differenza tra ciò che sognano nella loro testa e quello che potrebbe tramutarsi in realtà, non corrisponda alle loro aspettative oppure non si sentono all’altezza.

  • Si teme di cadere in un insuccesso dal quale poi faranno fatica a rialzarsi.

A mio parere, la causa principale potrebbe essere la mancanza di autostima: se fallisci verrai giudicato dagli altri e per molti questa è una condizione inaccettabile. Se la maggior parte di queste persone capissero che è peggio star fermi e non far nulla, si lancerebbero a capofitto in ogni impresa, anche con il rischio di fallire, ma coscienti che poi avranno imparato qualcosa che li aiuterà ad aggiustare il tiro e a non cadere nei medesimi errori (falli).

 

D. Hai mai fallito in vita tua? Se sì, che cosa ti hanno insegnato i fallimenti che hai fatto?

Certo! Non dico tutti i giorni, ma capita spesso.

Si fallisce nel giudicare una persona o se stessi, si fallisce quando si perdono occasioni importanti per paura dell’insuccesso o di non essere all’altezza delle aspettative, si fallisce nelle relazioni di coppia. Delle volte ho accettato lavori o mi sono lanciata in progetti che inizialmente mi sembravano delle bombe, ma che poi si sono rivelati delle clamorose scemenze.

  • Quello che non mi ha mai fermata è la considerazione che io do al concetto di fallimento: sono una testarda patentata e quando mi metto in testa di fare una cosa, niente e nessuno riesce a fermarmi. Questo si è spesso tradotto in eclatanti craniate sul muro, ma non importa, perché io ho fatto esattamente quello che volevo… che poi fosse stato azzardato o non ben valutato non è importante.

Ho seguito il mio istinto sicura della mia posizione, ho sbagliato, sono inciampata, mi sono leccata le ferite mentre prendevo nota degli errori da non ri-commettere (possibilmente) e mi sono rialzata per andare avanti.

I fallimenti in realtà hanno un aspetto fantastico che in pochi si fermano a valutare, ti dicono «Brava/o! Ci hai provato! L’hai fatto un po’ alla caxxo, hai sbagliato questo/quello/quell’altro, ma non hai avuto paura di rischiare e questo fa di te una persona coraggiosa».

 

D. Qual è stato il tuo fallimento più “fallimentare”?

Guarda Giancarlo, ho 33 anni, ma ho sempre vissuto tutto con il piede sull’acceleratore… Le persone, i progetti, le situazioni, le nuove avventure. Tutto.

Quindi puoi immaginare quante volte mi sono trovata con il muso a terra, quante volte sia stata delusa o raggirata fidandomi delle persone sbagliate e quante altre, mi sia capitato di non portare a termine progetti che oggi un po’ rimpiango. Ma fondamentalmente credo che ognuno costruisca il suo percorso di vita seguendo l’istinto, a volte si eccelle altre si sbaglia, qualche volta ci viene data la possibilità di tornare indietro e rimediare limitando i danni, altre no.

  • Accettazione e Autostima credo siano le vere chiavi di lettura per vivere i fallimenti –solo- come lezioni di vita.

Parole come «Non valgo niente» «Non sono capace», mi irritano le sinapsi quando li sento, le persone spesso non si rendono conto del coraggio e della meravigliosa energia che hanno dentro di loro e per la paura di sbagliare stanno li, fermi, guardando la vita che gli passa davanti e seguendo la logica del “se non faccio niente non rischio niente”.

Tanto vale farsi ibernare e risvegliarsi nell’era degli automi.

 

D. Perché non bisogna avere paura di fallire: il consiglio di Pamela Signorini!

Se hai fallito, significa che hai creduto così tanto in te stesso da pensare di farcela. E questo è fantastico.

  • Fa che degli “scivoloni” lungo il tuo cammino non minino mai, in nessun modo, questa tua meravigliosa consapevolezza.

Nella vita non è tutto bianco o nero, le fantastiche sfumature di grigio (sono più di 50, fidatevi) parlano delle vostre esperienze, del vostro coraggio, delle vostre passioni, delle paure, dei sogni, degli errori…

Le sfumature siete voi e la vostra vita e se avete paura di fallire, vi garantisco che state perdendo la parte più folle e divertente di questa esperienza terrena.

 

D. Parliamo un pò di te: a cosa stai lavorando ultimamente?

Nell’ultimo anno mi sono dedicata principalmente al mio lavoro di Web Writer, ho collaborato con una grossa azienda di Milano che tratta di design online e ho continuato a scrivere per il mio blog.

  • A novembre 2014 sono diventata mamma di un piccolo terremoto che mi ha totalmente sconvolto visioni, priorità e stile di vita e che mi ha ovviamente ispirato la stesura del mio prossimo libro.

Il titolo provvisorio per ora è “Mamme a 90”, come sempre affronterò la quotidianità di noi mamme con quella nota ironico-tagliente e un po’ irriverente, che caratterizza la mia persona e quindi lo stile della mia scrittura.

D. Mi hanno detto che hai scritto un bel libro su voi donne, ti va di raccontarlo alle amiche del blog?

A luglio 2015 ho pubblicato in self-publishing il mio sogno nel cassetto, il mio primo libro IL CODICE DELLE DONNE”.

L’ho scritto durante la gravidanza, forse voleva essere una sorta di “testamento” della mia vita da single, prima di iniziare la nuova avventura da mamma.

  • Il Codice delle Donne è un viaggio divertente e privo di pretese filosofiche nella quotidianità del gentil sesso, perché TUTTE NASCIAMO FEMMINE, MA ESSERE DONNE E’ UNO STILE DI VITA.

Un libro divertente, ma che al contempo e in maniera del tutto leggera, regala preziosi spunti di riflessione. Noi donne siamo bravissime a complicarci la vita, soprattutto quando ci imponiamo di seguire rigidamente, strade e comportamenti che ci hanno “pre-confezionato” negli anni.

  • IL CODICE DELLE DONNE è pieno di ritmo e tanta verità cruda e a volte scomoda, sono quei discorsi che le donne fanno tra loro, sottovoce, lontane da orecchie indiscrete e dopo un paio di bicchieri di vino. Parla soprattutto dell’identità femminile. E’ giunta l’ora di scrollarci di dosso tutti quei noiosi e triti ruoli convenzionali che la società ci rifila da decenni.

Dopo averlo auto-pubblicato online, non ero ancora soddisfatta. Il mio desiderio più grande era vedere il mio libro esposto sugli scaffali delle librerie. (A proposito di fallimenti) Non hai idea Giancarlo, di quante buste e mail ho inviato a decine e decine di case editrici ricevendo altrettante decine di picche. Ma ho continuato e finalmente è arrivato l’interesse da parte di una casa editrice, la quale al momento sta lavorando sull’editing del libro che a breve pubblicherà.

Mai arrendersi ai fallimenti!

———————————

Questa è Pamela Signorini, una donna che ama le donne che ce la fanno.

Per intenderci quelle che non si arrendono, che cadono, controllano che il tacco non si sia rotto e poi si rialzano, al massimo si incamminano scalze, ma non si fermano mai.

A 31 anni ha deciso che era stanca di ripetersi «Un giorno lo farò» e l’ha fatto. Ha lasciato il posto fisso, fregandosene del conto corrente, ha scritto il suo primo libro e avuto il privilegio (testuali parole sue) di mettere al mondo suo figlio.

  • «Sono una di quelle che per un buon bicchiere di vino non si è mai troppo a dieta e per un aperitivo con le amiche c’è sempre tempo – racconta di sé Pamela.

«Sono di certo un’anticonformista che aborra tradizioni e cliché, a volte una cinica da competizione, ma sempre vera, con un’onesta dose di ironia e soprattutto auto-ironia. Trovo grandissima soddisfazione nel far ridere le persone, sia per sdrammatizzare situazioni complicate o semplicemente per far capire che il facile diventa difficile attraverso l’inutile… e in questo noi donne siamo delle maghe».

Se ti va di contattare Pamela, puoi farlo a:

 

 

CoachDonne

Toscano, nato a Carrara 59 anni fa. Ex marketer dei servizi, dal 1999 si occupa esclusivamente di crescita personale. Conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'Universo Femminile. Da oltre tredici anni aiuta le donne atlete agoniste e le giovani promesse dello sport a vincere. Nello sport, come nella vita...

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