La nutrizionista Francesca Ciuffi ti spiega cosa è la BENattia…

Questa parola l’ho appresa ben sette anni fa, ad un corso di aggiornamento tenuto da un medico omeopata, omotossicologo e attento ricercatore di tutto ciò che il condizionamento psicologico può fare sull’ evidenziarsi di un’ importante rosa di sintomi fisiologici.

Da allora la “benattia” ha invaso la mia vita e il mio lavoro, diventando una vera icona di un modo nuovo di pensare.

La benattia è tante cose: l’opposto della malattia o forse meglio è il suo specchio, è una delle due facce di Giano… È lo svelare una maschera che spesso ci offusca la vista, relegandoci, in certi momenti, in un pericoloso vicolo cieco.

Per ciò che concerne il CORPO la Benattia è dare un nuovo significato a sintomi che ci parlano del nostro stress, del nostro bisogno di esprimere rabbia attraverso la febbre, per esempio, dei nostri blocchi metabolici che diventano mal di pancia, gastrite, bruciore, fitte…

sintomi che vorremmo subito toglierci di dosso, agendo con l’antidoto, il farmaco, senza interrogarci sulle profonde cause di quel sintomo, e perché? A volte perché abbiamo paura di capirne le cause, perché non vogliamo noie, non intendiamo prenderne consapevolezza.

Ed eccoci al secondo importante significato della benattia: prendere per mano la paura e diventarle amici. Troppo spesso la paura ci fa perdere la lucidità, ci arresta nelle nostre azioni, nelle nostre intuizioni, ci impedisce di evolvere, ci fa vedere anche cose che non esistono, ci affatica.

Pensate ad una mamma di fronte alla febbre alta del suo bimbo. Difficilmente lo osserva, analizza se, anche con la fronte calda, il bimbo non dà segni di scompenso, se il bimbo la guarda solo in cerca di un abbraccio di un sorriso. Lei è subito assalita dalla paura: cosa succederà?

Ed ecco che delega il suo bisogno di arginare la paura, che con le sue tenaglia la sta stritolando, ad una sostanza esterna a lei, si allontana, prende l’antipiretico e “cura” suo figlio. Spesso facendo ciò sente che ha fatto il meglio per lui, senza prendersi con franchezza le sue profonde responsabilità di donna e di madre e attendere la risposta del figlio.

La febbre, del resto, e non sono certo originale nel ricordarlo in questa sede, anzi sono in coda ad un pensiero sempre più avvalorato sia dalla scienza medica che dall’omeopatia, è il mezzo più forte che il corpo possiede per buttar fuori un’infiammazione e ciò richiede tempo.

Il suo tempo, certo… sempre osservando il fenomeno, non perdendolo di vista, ma non necessariamente bloccandolo bruscamente, impedendo così al corpo di spurgare tossine, metaboliti finali di un processo ancestrale che sta alla base di una qualsiasi infiammazione.

Non voglio con questo giudicare nessuno, non voglio demonizzare cure che hanno permesso di salvare la vita a molte persone, sto parlando di punti di vista, di consapevolezza senza orpelli…di un maggiore ascolto di sé e dell’altro. Tento di lanciare semi di riflessione.

E andando avanti, per quello che mi riguarda più strettamente, come nutrizionista, rispetto all’alimentazione la benattia, cos’è?

Beh, difficile rispondere in modo univoco.

  • La benattia può essere il comprendere meglio le nostre necessità nutritive, senza sentirci per forza dentro ad una dieta restrittiva e punitiva, passatemi il temine…
  • La benattia è gioire sta nello spendere quei giusti minuti in più che ci servono ad analizzare meglio ciò che buttiamo dentro ad un carrello del supermercato, senza pensare di perdere tempo.
  • La benattia è riscoprire il piacere di scegliere in una piccola bottega un cibo di alta qualità, con una storia alle spalle di diversità e di appassionato lavoro, senza pensare di sprecare i nostri soldi…
  • La benattia è non trovare sempre l’alibi del tempo per mangiare ciò che si trova, senza pensarci e poi anche lamentarsi per un mal di pancia o un mal di testa o un chilo in più…
  • La benattia è scoprire il piacere del gusto, anche quando stiamo affrontando un regime dimagrante…
  • La benattia è concedersi un dolce senza sentirsi in colpa.
  • La benattia è non avere bisogno di esagerare col cibo perché siamo in armonia con noi stessi, oppure cerchiamo di esserlo, prendendoci cura di noi..
  • La benattia è avere l’umiltà di chiedere aiuto quando ci sentiamo confusi, senza pensare di essere incapaci di fare da soli, frustrandoci…
  • La benattia è saper comunicare un disagio, ma non sentirsi schiacciati da esso.

Per me la benattia è davvero una risorsa nel mio lavoro in studio. È un modo diverso di accogliere un paziente, che spesso mi viene a parlare un po’ di sé, dei suoi disagi, talora a fatica, talora con una sofferenza, ma che io provo ad ascoltare come lui stesso fosse un tesoro, per la mia crescita, in fondo per avermi scelto. Cerco, così, di lasciare che il paziente si abbandoni ad un nostro rapporto empatico e biunivoco che ottimizzi il lavoro.

Per esempio, aborro parlare di calorie subito al primo incontro, anche con chi viene da me, soprattutto per perdere peso… Cerco di parlare di equilibrio, di ascolto. Parto nel cercare di analizzare sintomi che vanno messi in relazione con tutto l’organismo e ai quali bisogna dare risposta.

E piano piano aggiustando questi pezzi del grande puzzle che è l’organismo, anche il peso scende da solo, senza quel abnorme sforzo fatto necessariamente di regole che pongono la persona in gabbia…

Ma anche quando la stessa persona vuol stare in gabbia, perché si sente persa diversamente, cerco di portarla ad individuare le mille sfumature di quel bisogno, mai giudicando categoricamente le sue forme di difesa, ma smussandole e cercando sempre la via verso il sorriso e la comprensione.

Questa è per me la vera benattia, che fa respirare anche me e mi dà sicurezza anche nell’incertezza che talora ci mette davanti la vita.

Per ora vi lascio con un saluto “benattoso” e vi attendo ancora per il prossimo intervento, questa volta più tecnico, sull’importanza della fibra nella nostra alimentazione, una fibra che deve, comunque, essere assunta e studiata ad personam.

Nel mio lavoro (di nutrizionista) è difficile trovare una regola valida per tutti….Questo lo rende talora difficile, ma anche bello: è ciò che mi stimola a continuare in questa avventura.

A presto, con affetto verso tutte le lettrici e i lettori di “Coaching per Donne”…

Un guest post di Francesca Ciuffi (biologa – nutrizionista)

A questo link, trovi una bella intervista a Francesca e se hai bisogno, un numero di cellulare per contattarla.

 

CoachDonne

Toscano, nato a Carrara 59 anni fa. Ex marketer dei servizi, dal 1999 si occupa esclusivamente di crescita personale. Conosciuto in rete come "Il Coach delle Donne" per la sua grande esperienza di lavoro con l'Universo Femminile. Da oltre tredici anni aiuta le donne atlete agoniste e le giovani promesse dello sport a vincere. Nello sport, come nella vita...

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