Perché si pensa sempre in negativo?

Perché si pensa sempre in negativo?

Perché si pensa sempre in negativo?

Perché si pensa sempre in negativo? A questa domanda rispondo in maniera molto semplice e senza tanti giri di parole: perché diventa una forma di abitudine! E quando è un’abitudine inconscia, diventa molto più facile, per le persone, pensare in maniera negativa.

Terribile da dirsi, ma sin da bambini ci insegnano a farlo. E mentre cresciamo e “viviamo” i sei ambienti elencati qui sotto, il nostro modo di pensare in negativo diventa sempre più forte. Si diffonde dentro di noi.

 

I sei ambienti che viviamo

Sino a diventare delle forme di abitudini o, peggio, in alcuni casi, delle vere e proprie convinzioni limitanti.

  1. A casa (nella famiglia di nascita).
  2. A scuola.
  3. Nello sport.
  4. Nel lavoro.
  5. In società.
  6. In amore (nella famiglia che ci creiamo).

Ci sono moltissimi studi che suggeriscono che questo modo di pensare in negativo inizi proprio durante la nostra infanzia.

 

Perché si pensa sempre in negativo? Perché si comincia sin da bambini

All’inizio, i bambini in tenerissima età, prestano maggiore attenzione all’espressione facciale e al tono di voce positivi, ma crescendo e avvicinandosi al primo anno di età, questo processo cambia e cominciano ad essere influenzati dai comportamenti negativi.

Numerosi studi sul cervello indicano che in questo periodo i bambini iniziano a sperimentare maggiori risposte cerebrali agli stimoli negativi. Ciò dovrebbe farti capire quanto sia importante che, in famiglie con bambini molto piccoli, regni sempre la serenità e la positività fra i genitori.

I genitori sono i principali punti di riferimento dei bambini, se in uno di loro (o peggio, in entrambi), la fa da padrone il pensiero negativo, come pensi che crescerà quel bambino?

Come affermava la grande psicoanalista francese Françoise Dolto nel suo bellissimo libro “Come allevare un bambino felice e farne un adulto maturo”:

«A casa, come a scuola, i bambini sono allegri quando il posto è allegro. E se non hanno una scuola allegra, bè, si cerchi almeno a casa di rendergli allegra la vita».

Volendo far nostro il pensiero della Dolto, potremmo semplificare affermando che un ambiente positivo – con genitori positivi – rende il bambino positivo. Quanto meno aumenta le probabilità che lo stesso lo diventi in futuro, quando sarà adulto.

Mentre un ambiente negativo – che sia la famiglia o la scuola – influisce dunque sul modo di pensare del bambino che, inevitabilmente, crescendo, registrerà stimoli negativi con più facilità e si soffermerà maggiormente sugli eventi negativi che lo circondano, anziché nutrire la propria mente delle cose belle che ha intorno a sé.

 

Molti anni fa, ho scritto un ebook “Pensiero Positivo per Bambini” (poi diventato anche libro cartaceo), proprio per aiutare i genitori a far crescere i propri figli con il pensiero positivo. Leggilo anche tu, potrebbe esserti utile.

 

Pensare in maniera negativa diventa più facile

Con il tempo, pensare in maniera negativa diventa più facile per la persona. La maggior parte dei nostri pensieri sono, nella realtà, solo dei riflessi delle emozioni che proviamo in quel momento.

Considera, purtroppo, che la maggior parte delle emozioni che proviamo e viviamo ogni giorno sono negative.

Siamo prede di emozioni come: rabbia, paura, invidia, ira, tristezza, disprezzo, disgusto, gelosia, dubbio, ecc.

Alla luce di tutto questo, potrà sembrarti un paradosso, ma:

  • Ricordiamo le esperienze traumatiche molto più facilmente di quelle positive.
  • Gli insulti e le esperienze negative, ci tornano in memoria più facilmente dei complimenti e delle esperienze positive.
  • Rispondiamo più fortemente agli eventi negativi che ci capitano, rispetto a quelli positivi.
  • Molto più facile reagire agli stimoli negativi (lo facciamo in automatico) che a quelli positivi.
  • E via dicendo.

Di conseguenza a tutto ciò, pensiamo – inevitabilmente – più frequentemente alle cose negative rispetto a quelle positive.

Questo processo mentale vale per me, vale per te e vale per qualsiasi altra amica (o maschietto) che vorrà leggere questo articolo.

 

Creiamo un pregiudizio verso tutto ciò che è negativo

Con il tempo sviluppiamo una sorta di forma di pregiudizio, di idea, di convinzioni personali in base al nostro vissuto, verso tutto quello che è negativo.

Il che ci porta a prestare molta più attenzione alle cose brutte sporche e cattive che ci accadono, facendole sembrare molto più importanti di quanto non siano nella realtà. Questo modo di pensare e di percepire la realtà, ci porta a non apprezzare minimamente le cose belle che abbiamo intorno a noi.

Le abbiamo. Magari non sono fantasmagoriche ma solo “semplici”, ma le abbiamo. Eppure, non sappiamo apprezzarle per il nostro modo di pensare in negativo.

Il problema è che più consolidiamo questa forma di abitudine al pensiero negativo e più tendiamo a prestare maggiore attenzione agli eventi negativi intorno a noi. Tutto questo crea un doppio legame:

  1. Finiamo per imparare di più dai risultati e dalle esperienze negative (mentre invece dovrebbe essere esattamente il contrario).
  2. Prendiamo decisioni basate su informazioni negative poiché siamo facilmente influenzabili da ciò che ci accade intorno (mentre invece dovremmo fermarci maggiormente a riflettere).

 

Siamo attratti dalle brutte notizie

Sono le “cose brutte” che attirano la nostra attenzione, si attaccano ai nostri ricordi e, in molti casi, influenzano le decisioni che prendiamo. Siamo letteralmente attratti dalle brutte notizie.

Se tutto ciò non basta ancora, voglio che tu sappia che ci sono numerosi studi che dimostrano che è più probabile che le notizie negative vengano percepite come veritiere.

Del resto, sai molto meglio di me che le notizie positive non pagano in termini di audience o di vendite. Ecco perché non esiste un solo telegiornale o quotidiano, che apre la propria edizione con una notizia positiva.

  • Quella notizia non attirerebbe attenzione.

Quella notizia data in apertura del telegiornale farebbe scendere l’audience e la stessa notizia pubblicata in prima pagina del quotidiano, farebbe abbassare il numero delle copie vendute.

Nuovamente terribile, ma è la verità: le buone notizie non pagano MAI!

Come ho scritto in apertura di articolo, la nostra tendenza a prestare maggiore attenzione alle cose cattive e trascurare le cose buone è certamente il risultato della nostra evoluzione come persone.

Se nasco, per esempio, all’interno di una famiglia dove il pensiero negativo la fa da padrone, sarà molto difficile, per me, smarcarmi da quel tipo di convinzioni.

Come diceva quella famosa canzone del mitico Gianni Morandi? Uno su mille ce la fa (e rompe gli schemi mentali che lo tenevano legato)!

E gli altri 999? Mi dispiace darti questa brutta notizia, ma le probabilità che restino imbrigliati nella forma mentis negativa della famiglia e facciano diventare il pensiero negativo anche una loro abitudine, sono molto alte.

In alcuni studi condotti dallo psicologo John Cacioppo, ai partecipanti sono state mostrate tre tipologie di immagini: positive, negative e neutre.

Durante gli studi i ricercatori hanno osservato l’attività elettrica nel cervello dei partecipanti, scoprendo che le immagini negative, avevano prodotto una risposta molto più forte nella corteccia cerebrale rispetto alle immagini positive o neutre.

L’ennesima conferma che le notizie negative, i pensieri negativi e le immagini negative, stimolano maggiormente le persone. Del resto, è il motivo per cui quando sull’autostrada avviene un incidente, paradossalmente si forma una coda anche sull’altra corsia: la gente smania dalla voglia di fermarsi per vedere l’incidente!

 

Hai appena scoperto perché si pensa sempre in negativo. Vuoi invertire il TUO processo mentale? Guarda con particolare attenzione il video che trovi in quest’ultima parte dell’articolo.

 

Come imparare a pensare positivo? (video)

Se sei come me, alla perenne ricerca di capire come rompere gli schemi mentali negativi che ci hanno inculcato e imparare a pensare in positivo, ti invito a guardare questo mio breve video (solo sei minuti): nello stesso ti spiego, con parole molto semplici, cosa devi fare per cominciare a pensare in positivo.

Se hai guardato tutto il video, hai certamente capito che non esistono formule magiche per imparare a cambiare il tuo modo di pensare, da negativo a positivo. Ma solo tanta azione e applicazione. Solo in questo modo, agendo, puoi capire quanto sia importante pensare in positivo.

In chiusura di questo lungo articolo, magari ti sei anche posta la domanda su come pensare in positivo quando tutto va male. È così? Te la sei posta anche tu? Allora clicca sul link qui sopra, poiché ho la risposta per te. 

Lasciami il tuo commento al post o scrivimi a info@giancarlofornei.com ti risponderò sempre e personalmente.

Giancarlo Fornei

 

Risorse utili per approfondire:
  1. Il libro di Françoise Dolto Come allevare un bambino felice e farne un adulto maturo“.
  2. Un interessante articolo in cui si afferma che se i genitori accudiscono i figli, il cervello sviluppa prima e meglio.
  3. Ti invito a leggere anche la salute mentale dei figli (come può essere influenzata dai genitori).
  4. Eccoti anche la Playlist sul mio canale Youtube dedicata al pensare in positivo.
  5. Preferisci ascoltare? Eccoti il Podcast Autostima Donne (ci sono trentadue puntate che puoi ascoltare).
  6. Ma pensare positivo aiuta davvero? Rispondo in maniera molto dettagliata a questa domanda, leggi il post.

 

Perché si pensa sempre in negativo? è un articolo scritto dal mental coach delle donne Giancarlo Fornei. Qui sotto trovi “Rompi i tuoi schemi mentali”, il libro che aiuterà anche te a rompere i tuoi schemi e smettere di pensare sempre e solo in negativo.

 

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Autore di “Rompi i tuoi schemi mentali”

Questo libro è stato Best Seller su Amazon (nella sua categoria) per ben 17 settimane di fila nel 2018. Lo trovi su Amazon, a questo link (in versione cartaceo o ebook), Oppure su Il Giardino dei Libri, a questo link (solo cartaceo). Se desideri riceverlo a casa con una dedica personalizzata del coach toscano, scrivi a info@giancarlofornei.com.

 

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Chi è Giancarlo Fornei

Un bellissimo primo piano del volto illuminato dal sorriso del coach motivazionale Giancarlo Fornei - UAAMI Catania - 3 e 4 dicembre 2017

Toscano, nato a Carrara 61 anni fa. Ex marketer dei servizi, dal 1999 si occupa esclusivamente di crescita personale. In particolar modo, da oltre quindici anni, “lavora” con le donne.

Le aiuta a VINCERE. Nella vita. Nel lavoro. Nello sport.

Conosciuto in rete come “Il Coach delle Donne” proprio per la sua grande esperienza di lavoro con l’Universo Femminile. In particolar modo, aiuta le donne in crisi di autostima, le imprenditrici nel beauty e hair care e le atlete agoniste.

A questo link, puoi conoscerlo meglio.

 

 

 

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