Potrò mai dimenticarlo? Assolutamente no…
Ricordo ancora quel giorno: è scolpito nella mia mente e non potrò MAI dimenticarlo. Erano i primi anni ’90 ed era la prima volta che mi recavo a Milano, per partecipare ad una riunione associativa dell’ACPI, “Associazione Consulenti Pubblicitari Italiani”.
Nei mesi precedenti avevo fatto domanda e finalmente, ero stato accettato in Associazione. Quel giorno andavo a Milano per partecipare alla mia prima riunione associativa e non immaginavo neppure quello che mi sarebbe capitato.
Non avevo alcuna idea del “dramma emotivo” che da li a poco avrei vissuto.
Arrivai in sede almeno dieci minuti prima degli altri e vidi entrare, uno ad uno i “pezzi grossi” dell’Associazione. Mi sedetti nelle prime file ed aspettai l’inizio.
Il Presidente di allora, che se la memoria non m’inganna era già Germano Motti, con il quale entrai subito in simpatia, prese la parola e presentò tutte le varie iniziative associative, il bilancio ed altre cose.
Io ero lì, e gongolavo nell’ascoltarlo.
Finalmente facevo parte di un’Associazione famosa. Ad un certo punto, Motti cominciò a nominare, uno ad uno, tutti i nuovi soci, sino ad arrivare anche al mio nome.
Ero il più giovane in assoluto e volle premiarmi (secondo lui), invitandomi sul palco a dire due parole. Il mio volto cambiò espressione, dalla gioia che avevo poco prima dipinta, si tramutò in un vero e proprio terrore.
«Oddio, adesso me la faccio sotto», dissi tra me e me. Mi avvicinai al tavolo della Dirigenza e strinsi in maniera agitata la mano a Germano Motti, per l’emozione non la strinsi a tutti gli altri Consiglieri che erano seduti accanto a lui.
Che figura! Cominciavo bene…
Poi mi girai verso la platea e alzai gli occhi: c’erano più di cento persone in sala e le gambe si piegarono. Germano m’invitò a prendere la parola, ma la mia voce non usciva. Ero letteralmente terrorizzato.
Il panico s’impadronì di me!
La gola era secca e le parole si strozzavano in bocca. Riuscii a stento a dire grazie e poc’altro, poi rosso come il peperone corsi subito a sedermi al mio posto e mi feci piccolo piccolo. Era stato il mio battesimo nel parlare in pubblico.
Anche tu, amica mia, sei assalita dal terrore di fallire prima ancora di pronunciare un discorso in pubblico?
Anche tu sei ansiosa quando parli di fronte ad una platea di persone?
Tranquilla. Quasi tutte le persone che ho conosciuto io, quando si sono trovate di fronte ad un pubblico le prime volte erano tese, le loro palpitazioni aumentano. Per non parlare delle mani che sudavano e dei ripetuti groppi in gola.
Questo fenomeno, del tutto naturale e comune, è chiamato “paura del palcoscenico” e ne sono vittime anche gli attori professionisti.
Col passare degli anni sono diventato sempre più bravo a parlare in pubblico ed oggi, parlo davanti ad una platea di 10 persone come ad una di 1000, senza alcuna differenza. Anzi, non ti nascondo che più persone ci sono in sala e più mi diverto.
Ho capito che l’ansia è dannosa, e far finta che non esista lo è ancora di più. Devi imparare ad affrontarla senza scappare: far finta di niente rafforza la tua paura.
Prima di cominciare a parlare in pubblico, fai come faccio io: dichiara a te stessa la tua emozione. Non c’è niente di male ad aver paura, e poi, un po’ di tensione ti carica positivamente.
Infatti, è del tutto normale essere tesi nei primi minuti dell’intervento, poi lo stato di tensione cala e parlare in pubblico diventa un fatto normale. C’è chi, però, ha paura di avere paura: allora la tensione aumenta e diventa difficile riuscire a parlare.
Nei primi minuti fatidici, lo stato di stress da ansia si chiama tonico, perché è normale e non fa male. Ma se continua, diventa tossico.
Questo stress ti fa provare le stesse sensazioni di quelle che ho provato io a Milano, quel giorno in associazione. Produce uno stato protratto di tensione, non fa parlare e fa diventare rossi.
Tu mantieni la calma e cerca di tenere sotto controllo la tua paura, se sei rilassata e priva di preoccupazioni affronterai meglio il palcoscenico.
Sono passati molti anni da quella “prima volta”. Oggi, chi mi vede parlare in pubblico dice di me che sono “un animale da palcoscenico”.
Ma quanta paura. Non ho mai ringraziato Germano Motti per avermi consentito il “battesimo del fuoco” .
Lo faccio oggi: Grazie Germano.
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Giancarlo Fornei
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